Storia ed evoluzione del nuoto pinnato

In questo articolo verranno trattate la storia e l’evoluzione del nuoto pinnato nel tempo.

 

INDICE

1. Introduzione al nuoto pinnato

2. Storia del nuoto pinnato

3. Tecnica del nuoto pinnato

4. Benefici per la salute del nuoto pinnato

5. Uso competitivo del nuoto pinnato

6. Conclusioni

1. Introduzione al nuoto pinnato

Il nuoto pinnato (o nuoto con le pinne) è una disciplina che utilizza le pinne per aumentare la velocità di propulsione nell’acqua. Per capirne gli aspetti principali possiamo fare un confronto con il nuoto “classico”: nel nuoto pinnato si utilizzano principalmente due stili , molto simili al Crawl e alla farfalla, che necessitano dell’uso rispettivamente di due pinne o di una monopinna.

A differenza del nuoto “puro”, cioè senza pinne, cambia la tecnica di nuotata: il nuoto pinnato trova il suo fulcro sull’attrezzo utilizzato (pinne o monopinna) e l’uso delle braccia è di secondaria importanza.

1. Introduzione al nuoto pinnato

Il nuoto pinnato (o nuoto con le pinne) è una disciplina che utilizza le pinne per aumentare la velocità di propulsione nell’acqua. Per capirne gli aspetti principali possiamo fare un confronto con il nuoto “classico”: nel nuoto pinnato si utilizzano principalmente due stili , molto simili al Crawl e alla farfalla, che necessitano dell’uso rispettivamente di due pinne o di una monopinna.

A differenza del nuoto “puro”, cioè senza pinne, cambia la tecnica di nuotata: il nuoto pinnato trova il suo fulcro sull’attrezzo utilizzato (pinne o monopinna) e l’uso delle braccia è di secondaria importanza.

2. Storia del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato ha radici molto antiche. Si pensa che già gli Egizi usassero pinne di papiro per nuotare nei fiumi e negli stagni. Intorno al XVII secolo, il nuoto pinnato venne utilizzato dai polinesiani per spostarsi tra le isole dell’Oceano Pacifico.

Indubbiamente, le prime tracce del nuoto pinnato più simile a quello moderno le troviamo nella Francia degli anni ’40, dove veniva usato come metodo di addestramento per i subacquei militari. Jacques Mayol è stato un campione di immersione in apnea e i suoi primi record risalgono agli anni ’60. Nel 1951 Luigi Ferraro organizza la prima gara di nuoto pinnato in mare, una traversata del litorale genovese dal Lido a Nervi. Successivamente, fu disputata la “100 km dell’Adriatico”, una gara simile al Giro d’Italia ma invece delle biciclette e dei ciclisti vi erano le pinne e i nuotatori. Nel frattempo, nel 1957, viene organizzato il primo Campionato Italiano e, nel 1960, il primo Campionato del Mondo a Palermo, in mare. 

Dagli anni ’50 circa, il nuoto pinnato divenne uno sport ufficiale in Italia. Nel 1967, venne fondata la Confederazione Mondiale degli Sport Acquatici Subacquei (CMAS), che fece del nuoto pinnato la disciplina ufficiale e organizzò il primo Campionato Mondiale di Nuoto Pinnato.

Il nuoto pinnato in Italia fa parte della FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee), l’organo organizzativo ufficiale riconosciuto dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). A esso è affidata la gestione delle attività subacquee ma anche la tutela degli ambienti acquatici.

Per maggiori info visitare il sito https://www.fipsas.it

2. Storia del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato ha radici molto antiche. Si pensa che già gli Egizi usassero pinne di papiro per nuotare nei fiumi e negli stagni. Intorno al XVII secolo, il nuoto pinnato venne utilizzato dai polinesiani per spostarsi tra le isole dell’Oceano Pacifico.

Indubbiamente, le prime tracce del nuoto pinnato più simile a quello moderno le troviamo nella Francia degli anni ’40, dove veniva usato come metodo di addestramento per i subacquei militari. Jacques Mayol è stato un campione di immersione in apnea e i suoi primi record risalgono agli anni ’60. Nel 1951 Luigi Ferraro organizza la prima gara di nuoto pinnato in mare, una traversata del litorale genovese dal Lido a Nervi. Successivamente, fu disputata la “100 km dell’Adriatico”, una gara simile al Giro d’Italia ma invece delle biciclette e dei ciclisti vi erano le pinne e i nuotatori. Nel frattempo, nel 1957, viene organizzato il primo Campionato Italiano e, nel 1960, il primo Campionato del Mondo a Palermo, in mare. 

Successivamente, dagli anni ’50 circa, il nuoto pinnato divenne uno sport ufficiale in Italia. Nel 1967, venne fondata la Confederazione Mondiale degli Sport Acquatici Subacquei (CMAS), che fece del nuoto pinnato la disciplina ufficiale e organizzò il primo Campionato Mondiale di Nuoto Pinnato.

Il nuoto pinnato in Italia fa parte della FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee), l’organo organizzativo ufficiale riconosciuto dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano). A esso è affidata la gestione delle attività subacquee ma anche la tutela degli ambienti acquatici.

Per maggiori info visitare il sito https://www.fipsas.it

3. Tecnica del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato è una disciplina che richiede una buona coordinazione tra gambe e braccia per una propulsione efficiente. La respirazione è importante e deve essere effettuata in sincronia con il movimento degli arti.

Nello specifico, il nuotatore indossa due pinne, che aumentano la velocità e la propulsione nell’acqua. La tecnica di base consiste nell’effettuare un movimento tipo “delfino” con le gambe. Le braccia possono essere utilizzate per migliorare il movimento, ma sono meno importanti rispetto alle gambe.

Ad oggi, il movimento più diffuso non prevede le gambe a delfino (tranne che nella prima fase subacquea), ma è diventato molto più simile allo stile crawl del nuoto puro ma con l’aggiunta delle pinne ai piedi.

Negli anni ’80, è stata introdotta la monopinna. Inventata dal Eric Lunghini, ha rivoluzionato il mondo del nuoto pinnato, permettendo agli atleti di raggiungere velocità ancora più elevate. Strutturalmente, si può pensare come l’unione di due pinne, ma il movimento rimane quello originario.

Inoltre, entrambi gli stili prevedono l’uso di un boccaglio frontale per facilitare la respirazione: con esso si riduce notevolmente la forza d’attrito generata dalla rotazione laterale della testa per respirare e, di conseguenza, aumenta l’idrodinamicità del nuotatore.

3. Tecnica del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato è una disciplina che richiede una buona coordinazione tra gambe e braccia per una propulsione efficiente. La respirazione è importante e deve essere effettuata in sincronia con il movimento degli arti.

Nello specifico, il nuotatore indossa due pinne, che aumentano la velocità e la propulsione nell’acqua. La tecnica di base consiste nell’effettuare un movimento tipo “delfino” con le gambe. Le braccia possono essere utilizzate per migliorare il movimento, ma sono meno importanti rispetto alle gambe.

Ad oggi, il movimento più diffuso non prevede le gambe a delfino (tranne che nella prima fase subacquea), ma è diventato molto più simile allo stile crawl del nuoto puro ma con l’aggiunta delle pinne ai piedi.

Negli anni ’80, è stata introdotta la monopinna. Inventata dal Eric Lunghini, ha rivoluzionato il mondo del nuoto pinnato, permettendo agli atleti di raggiungere velocità ancora più elevate. Strutturalmente, si può pensare come l’unione di due pinne, ma il movimento rimane quello originario.

Inoltre, entrambi gli stili prevedono l’uso di un boccaglio frontale per facilitare la respirazione: con esso si riduce notevolmente la forza d’attrito generata dalla rotazione laterale della testa per respirare e, di conseguenza, aumenta l’idrodinamicità del nuotatore.

4. Benefici per la salute del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato offre molti benefici per la salute, poichè aiuta a migliorare la resistenza cardiovascolare e la capacità polmonare. Inoltre, tonifica i muscoli delle gambe, dei glutei e dell’addome, migliorando la forza muscolare e la postura.

Dato che il nuoto pinnato è un’attività a basso impatto, cioè che non mette sotto pressione le articolazioni, questo lo rende un’ottima disciplina per le persone con problemi alle articolazioni. Infine, può aiutare a ridurre lo stress e migliorare l’umore, grazie alla produzione di endorfine, gli ormoni della felicità, durante l’attività fisica.

4. Benefici per la salute del nuoto pinnato

Il nuoto pinnato offre molti benefici per la salute, poichè aiuta a migliorare la resistenza cardiovascolare e la capacità polmonare. Inoltre, tonifica i muscoli delle gambe, dei glutei e dell’addome, migliorando la forza muscolare e la postura.

Dato che il nuoto pinnato è un’attività a basso impatto, cioè che non mette sotto pressione le articolazioni, questo lo rende un’ottima disciplina per le persone con problemi alle articolazioni. Infine, può aiutare a ridurre lo stress e migliorare l’umore, grazie alla produzione di endorfine, gli ormoni della felicità, durante l’attività fisica.

5. Uso competitivo del nuoto pinnato

Ci sono diverse competizioni di nuoto pinnato organizzate in tutto il mondo, dove i nuotatori si sfidano nelle diverse discipline.

Inoltre, il nuoto pinnato viene utilizzato per molte attività subacquee, ad esempio, i sommozzatori utilizzano questa tecnica per l’esplorazione e la ricerca sott’acqua.

Va anche sottolineato il fatto che il nuoto pinnato è “fratello” della disciplina di “apnea dinamica” che prevede, come le immersioni, l’utilizzo delle pinne per muoversi, ma con la differenza che l’atleta deve compiere il movimento in orizzontale non in profondità e non gli è permesso usare bombole d’aria.

5. Uso competitivo del nuoto pinnato

Ci sono diverse competizioni di nuoto pinnato organizzate in tutto il mondo, dove i nuotatori si sfidano nelle diverse discipline.

Inoltre, il nuoto pinnato viene utilizzato per molte attività subacquee, ad esempio, i sommozzatori utilizzano questa tecnica per l’esplorazione e la ricerca sott’acqua.

Va anche sottolineato il fatto che il nuoto pinnato è “fratello” della disciplina di “apnea dinamica” che prevede, come le immersioni, l’utilizzo delle pinne per muoversi, ma con la differenza che l’atleta deve compiere il movimento in orizzontale non in profondità e non gli è permesso usare bombole d’aria.

6. Conclusioni

In conclusione, il nuoto pinnato è una tecnica di nuoto che sfrutta le pinne per aumentare la velocità e la propulsione nell’acqua. E’ uno sport con radici molto antiche, ma è dal XX secolo che si è sviluppato maggiormente. Il nuoto pinnato offre molti benefici per la salute ed è utilizzato anche a livello competitivo in molte discipline subacquee. In generale, il nuoto pinnato è uno sport piuttosto scenografico ma purtroppo ancora sconosciuto ai più, anche se negli ultimi anni si sta facendo conoscere!

6. Conclusioni

In conclusione, il nuoto pinnato è una tecnica di nuoto che sfrutta le pinne per aumentare la velocità e la propulsione nell’acqua. E’ uno sport con radici molto antiche, ma è dal XX secolo che si è sviluppato maggiormente. Il nuoto pinnato offre molti benefici per la salute ed è utilizzato anche a livello competitivo in molte discipline subacquee. In generale, il nuoto pinnato è uno sport piuttosto scenografico ma purtroppo ancora sconosciuto ai più, anche se negli ultimi anni si sta facendo conoscere!